15 Luglio, 2022
“Decrypting growth” è un mantra per chi lavora nell’industria finanziaria in generale (e nel Venture Capital in particolare), che non dovrebbe mai essere perso di vista. Certo, si potrebbe obiettare che anche soltanto decifrare i giorni complessi che stiamo vivendo – dopo una pandemia non ancora del tutto archiviata e con una guerra in corso – appare come un esercizio complicato. E fiutare le opportunità di crescita può sembrare addirittura velleitario, dopo che la Commissione Europea ha tagliato le stime sul Pil per il 2022 e il 2023, a causa dei contraccolpi del conflitto in Ucraina.
Ma senza scomodare la ben nota – e verissima – narrativa secondo cui da ogni crisi nascono opportunità, è utile sottolineare che abdicare a questo esercizio è qualcosa che semplicemente non possiamo permetterci.
Il Venture Capital è cresciuto molto negli ultimi due anni, e in questo modo anche l’ecosistema dell’innovazione, il cui sviluppo è essenziale per affrontare una serie di sfide indifferibili: la transizione verso un’economia ecosostenibile e inclusiva, la tutela della salute, la rivoluzione digitale, la risposta a nuovi bisogni emergenti, il progresso dell’umanità. Non possiamo attraversare questi tempi sotto ipnosi, e nemmeno permetterci di galleggiare in attesa che la tempesta sia passata: dobbiamo tutti, dai soggetti privati alle istituzioni, rimboccarci le maniche. Puntando sull’innovazione, sostenendo l’imprenditoria, spingendo sull’istruzione e sulla formazione per creare una nuova classe dirigente all’altezza, trovando soluzioni per coinvolgere tutti nella crescita economica. Come ha spiegato su questo nuovo numero Claudia Segre, manager di lungo corso nel mondo della finanza e oggi fondatrice e presidente della Global Thinking Foundation, che in un pezzo a firma ha evidenziato il legame indissolubile tra partecipazione e crescita, e come l’inclusione finanziaria e digitale sia essenziale per il progresso economico.
“Decrypting growth” è in effetti il fil rouge che unisce i contenuti del quinto numero del nostro magazine. In questa edizione, esploriamo le opportunità di alcuni verticali promettenti: l’HealthTech, che consente di migliorare la prevenzione e quindi rendere più efficienti i sistemi sanitari; il TravelTech, che sta innovando i modelli di business del settore turistico per renderlo più resistente agli shock; e infine l’Aerospace, una nicchia del Deep Tech che promette di “trasformarci tutti in supereroi”.
Trasversalmente, al centro delle nostre analisi c’è sempre il Venture Capital, “il settore finanziario più umanocentrico”, perché consente di realizzare i sogni degli imprenditori, come spiega in un’intervista Anne-Valérie Bach, Managing Director del VC francese Capagro. Ma ne parliamo anche sotto un ulteriore profilo: non soltanto come strumento a favore di imprenditoria e innovazione, ma anche come asset class.
Nella sezione dedicata alle interviste, abbiamo anche discusso con Marco Lavazza, che ci ha raccontato come l’innovazione faccia parte del DNA dell’azienda di famiglia, e del ruolo dell’open innovation nelle strategie. Un modello che trova riscontro nel monito di Francesco Cerruti, Direttore Generale di Italian Tech Alliance (associazione che riunisce Venture Capital, investitori in innovazione, start-up e PMI innovative) secondo cui, senza un adeguato sostegno alle aziende innovative si rischia di pregiudicare l’economia del Paese. E, non a caso, l’innovazione è anche alla base della ricetta imprenditoriale di Poke House, una delle nostre migliori portfolio company, come ha spiegato il co-fondatore e Ceo Matteo Pichi, raccontando come la sua società sia riuscita a crescere e a espandersi durante la pandemia.E fa parte integrante del modello di Otrium, altra azienda nel nostro portafoglio, che digitalizza le vendite outlet per contrastare uno dei fattori che fa della moda un settore poco sostenibile, l’elevato numero di capi invenduti che finiscono al macero. Mentre Federico Garcea, co-founder e Ceo di Treedom, ha sottolineato i motivi per cui piantare alberi significa puntare su “tecnologie naturali” per il salvataggio del pianeta.
Inclusione, innovazione, sostenibilità, la lungimiranza di capitali pazienti pronti a individuare le idee giuste su cui puntare e da trasformare in progetti concreti, e il sostegno delle istituzioni per renderlo possibile: per crescere abbiamo bisogno di tutto questo. Oltre all’energia e al coraggio di guardare oltre alle incertezze di questi giorni, e di affrontare ogni progetto con una visione di lungo periodo. Per farlo, sarà necessario anche superare gli individualismi e cercare di lavorare a livello di “sistema”, creare reti collaborative, perseguire un’unità di vedute e di azioni tra investitori, imprenditori e istituzioni.
Per suonare una complicata sinfonia non bastano i solisti: serve un’orchestra.